|
|
|
Briciole per l'anima
08/05/2020 |
di DON MASSIMO. DIALOGHIAMO: QUALE RAPPORTO CON NOI STESSI?
Le situazioni di questo periodo, dicono molti osservatori, hanno messo in risato aspetti dell' umano, che avevamo dimenticato o non volEvamo considerare: quali la nostra vulnerabilità, impotenza, fragilità, mortalità. Temi difficili da affrontare, ma preziosi per riflettere sul senso dell' umano e sul grande mistero della vita, come ci è stata donata da Dio. Offro uno spunto di interpretazione da V. Andreoli. "Sento forte il desiderio di svelare la mia fragilità, di
mostrarla a tutti coloro che incontro, che mi vedono, come fosse la mia
principale identificazione di uomo, di uomo in questo mondo. Un tempo mi insegnavano
a nascondere le debolezze, a non fare emergere i difetti, che avrebbero
impedito di far risaltare i pregi e di farmi stimare. Adesso voglio parlare
della mia fragilità, non mascherarla, convinto che sia una forza che mi aiuta a
vivere" ( L’ uomo
di vetro, incipit). “La fragilità descrive semplicemente l’uomo che ha
bisogno dell’altro e così, la fragilità dell’uno insieme a quella dell’altro o
degli altri è la condizione necessaria per
vivere… attraverso quel legame diventa più facile vivere. Moltitudine di
fragilità singole che unite porterebbero all’espressione più alta della vita
umana, sia pure sempre nella fragilità “(Beato solitudine).
|
07/05/2020 |
di DON MASSIMO. DIALOGHIAMO: QUALE RAPPORTO CON DIO?
Questo periodo ha messo in luce il grande valore che è
la preghiera contemplativa. E’ l’atto di chi, con animo credente, si mette
davanti a Dio come a un amico e inizia a dialogare e a lasciarsi coinvolgere da
quel Tu infinito, assoluto, eterno. Il nostro mondo era pieno di troppa fretta
e distrazioni e invece ora il silenzio, un positivo ‘non far niente’ , la
memoria riflessiva profonda, ha favorito l’atto contemplativo e ci ha aiutato a
scoprire un Dio più vero e vivo. La luce che ne deriva porta anche significato
e risposte alla vita che si scontra con la morte. Nella contemplazione io vedo
e preparo l’oggi in vista dell’ Aldilà che già intravedo nella fede. Oltre la religione ci sono anche molte
psicologie positive moderne che attestano il valore di questa attitudine.
Dovremmo ritagliarci spazi e possibilità per continuare questa forma di
preghiera.
|
06/05/2020 |
di DON MASSIMO. DIALOGHIAMO: QUALE VITA IN FAMIGLIA?
Riporto una riflessione di papa Francesco: «Dobbiamo ritrovare la concretezza delle piccole cose, delle
piccole attenzioni da avere verso chi ci sta vicino, famigliari, amici. Capire
che nelle piccole cose c’è il nostro tesoro. Ci sono gesti minimi, che a volte
si perdono nell’anonimato della quotidianità, gesti di tenerezza, di affetto,
di compassione, che tuttavia sono decisivi, importanti. Ad esempio, un piatto
caldo, una carezza, un abbraccio, una telefonata… Sono gesti familiari di
attenzione ai dettagli di ogni giorno che fanno sì che la vita abbia senso e
che vi sia comunione e comunicazione fra noi» Si accettano contributi
|
05/05/2020 |
di DON MASSIMO. DIALOGHIAMO: QUALE ECONOMIA?
Il tema economico è al centro dei 'cambiamenti' imposti dal coronavirus. Un'occasione per reimpostarla? Propongo la riflessione di un docente della Università Cattolica, Emanuele Parsi. "Spero in un Rinascimento, (e non una Restaurazione) che
scommette sulla capacità di costruire un’interdipendenza più solida perché
fondata sulla protezione del suo fattore più vulnerabile: quello umano. Molto
dipenderà dalla nostra capacità di cogliere l’opportunità offerta dalla
pandemia per aggredire gli aspetti strutturali dell’assetto politico ed economico
che devono essere modificati: come è accaduto dopo la Grande depressione degli
anni Trenta, dopo la Seconda guerra mondiale e dopo la crisi degli anni
Settanta (in quest’ultimo caso nella direzione opposta alle due precedenti).
L’ipotesi è che proprio la magnitudine con cui la pandemia sta colpendo gli
Stati Uniti provochi non solo un decisivo ricambio della leadership (a
novembre) ma un vero e proprio riorientamento delle politiche e dei principi
che le ispirano: in una direzione più progressista, inclusiva e solidale.
Paradossalmente, la dissipazione del potere americano sarebbe limitata dalla
capacità di formulare un “New Deal per il XXI secolo”, in grado di suscitare la
convergenza delle democrazie occidentali e l’uscita dal paradigma neoliberale.
Questa sarebbe la sola via per riconciliare politica ed economia, democrazia e
mercato, libertà e solidarietà così da rendere le nostre società più eque e
quindi più solide, proteggendole da futuri shock esterni e da eventuali
disordini sociali di vasta portata. Di fatto, sarebbe il solo scenario
compatibile con la rivitalizzazione delle democrazie e con una radicale
trasformazione della Ue più in linea con lo spirito dei Padri fondatori, ovvero
quello di un innovativo e maestoso progetto innanzitutto politico." Si accettano contributi vostri.
|
04/05/2020 |
di DON MASSIMO. DIALOGHIAMO: IL RAPPORTO COL CREATO
Il 22
aprile si è celebrata la ‘ 50^ Giornata della Terra’ e papa Francesco ha
definito questo particolare momento: ‘ un’occasione per rinnovare l’ impegno ad
amare la nostra casa comune e a prenderci cura , in essa, dei membri più fragili.
Soltanto insieme e facendoci carico dei più deboli possiamo vincere le sfide
globali’. La terra è ancora amica dell’ uomo? Crediamo di si:lo dimostrano i
tanti ‘orti’ che la gente si è messa a fare in casa o nel giardino; lo
dimostrano gli animaletti che ci hanno fatto compagnia in casa o sono stati pretesto per uscire un po’ fuori… E che dire delle meravigliose giornate primaverili che ci hanno allietato i giorni e la pregheiera in questo periodo? La natura però ci chiama a responsabilità, ci
scuote nella coscienza, forse ci metterà ancora alla prova (siccità?) perché
essa è ferita dai nostri modelli di vita che definiamo ‘di struttamento’ o
dell’ ‘usa e getta’. Modelli da rivedere e come? Cosa stiamo imparando in questo periodo circa il rapporto
da avere con la natura? Si accettano contributi costruttivi e propostivi.
|
03/05/2020 |
di DON MASSIMO. DIALOGHIAMO: RIFLETTERE ORA
Il Dio di Gesu Cristo, il Dio del Risorto, il Dio dello Spirito Consolatore è sempre un Dio storico e mai fermo nel passato. Egli abita la storia e il nostro tempo e ci parla. Cosa ci dice in questo periodo? Abitare il tempo del COVID 19 è anche il lasciarsi interrogare nella nostra mente e fare dei ragionamenti. Cosi chiederò a voi, nei prossimi giorni, di condividere riflessioni su alcuni temi, uno alla volta: il rapporto con la natura, il rapporto con l'economia, il rapporto con noi stessi, il rapporto familiare, il rapporto con gli altri, il rapporto con Dio. Cosa ci porta a scoprire questo tempo così particolare e nuovo? Scrivi qui sotto le tue riflessioni con spirito propositivo e non polemico. Potrebbe essere la voce dello Spirito per noi.
|
02/05/2020 |
di DON MASSIMO. DOVE SEI DIO?
Torno alla domanda dei giorni scorsi, che poi è una domanda che dovremmo farci sempre. Non è la domanda del dubbioso o dell'ateo, ma del cercatore, del pellegrino, dell'innamorato che più volte abbiamo definito essere la vera figura del credente. La visione teocentrica della vita e di un nuovo umanesimo, ci porta a cercare Dio presente e operante nella vita dell'uomo, accanto a lui e desideroso della sua liberazione e salvezza. 'Dove sei Dio? ' è quindi una domanda permanente che ci deve coinvolgere. Una prima constatazione è questa: Dio ci chiede di 'stare' qui e ora e di cogliere la domanda di vita piena. Non vogliamo solo sopravvivere o vivere in mondi paralleli (virtuali o solo spirituali). Abitiamo totalmente il tempo del coronavirus.
|
30/04/2020 |
di mons. GUALTIERO BASSETTI. VERA CRISI E'...
Quella che oggi stiamo vivendo è
certamente un’ora di crisi; “crisi” nel senso profondo della parola, dal greco
“giudizio”: un’occasione cioè per operare un giudizio sulla realtà e sulla
nostra vita, e per compiere delle scelte. È anche un’ora “apocalittica”, ma nel
senso biblico del termine: non cioè “distruzione”, ma “rivelazione”. In
quest’ora della storia, il Signore ci rivela per quel che veramente siamo, per
quello in cui realmente crediamo. Mi auguro che questa “crisi” e questa
“apocalisse” si trasformino in un’opportunità che ci aiuti a confidare meno
nelle nostre forze, ad abbandonarci all’aiuto che viene dal Signore, e ad
essere più solidali gli uni verso gli altri. Spero che ne nasca quella
compassione universale radicata nella Misericordia di Dio che ci renda più
umani, nella convinzione che l’ultima parola della vita non è né la sofferenza,
né il dolore, né la morte, ma l’amore, la bontà e la Resurrezione.
|
29/04/2020 |
di mons. GUALTIERO BASSETTI. DOVE SEI? /2
Di
riflesso, alla luce di questa domanda sull’uomo, nasce una nuova domanda su
Dio. Non tanto quella già ricordata: «Dov’è Dio?». Ma piuttosto: chi è Dio? In quale Dio crediamo, prima ancora di chiederci dove
egli sia? Di chi stiamo parlando? Di Dio o del vitello d’oro?
Nel
cammino nel deserto, la grande tentazione di Israele è infatti quella di
costruirsi un dio su misura, il vitello d’oro (cf. Es 32). Non si tratta di un altro Dio, ma di quello
stesso Yhwh che ci ha fatti uscire dall’Egitto, che però adesso vogliamo
raffigurarci come a noi pare meglio. Con l’oro, appunto. Qualcosa che ci siamo
acquistati, per cui abbiamo sudato. Un dio-idolo a nostro uso e consumo, che
risponda alle nostre esigenze. Ebbene, quel dio non esiste, ce lo siamo appunto
creati. E lo accusiamo poi di aver mandato la pandemia.
Non
dimentichiamo che il cammino dell’esodo culmina nelle dieci parole ricevute al
Sinai (cf. Es 20,1-17); e la prima di queste parole non ci dice
tanto dov’è Dio, quanto piuttosto chi Egli sia: «Io sono il Signore tuo Dio che ha fatto
uscire te dalla terra d’Egitto, dalla casa delle schiavitù. Non avrai dèi
stranieri davanti al mio volto» (Es20,1-2). Il Dio
biblico è un Dio che libera e che salva, che non tollera il male. È un Dio che
scommette sulla libertà dell’essere umano e che vuole che sia l’umanità stessa
a realizzare il suo progetto nel mondo.
|
28/04/2020 |
di mons. GUALTIERO BASSETTI. DOVE SEI? / 1
Dio, dove sei?
In queste settimane di pandemia, si ha
l’impressione che nel mondo globalizzato la religione sia rimasta al margine:
ho sentito con le mie orecchie questa obiezione, alla quale dovremo dare
risposte convincenti. Ma continuiamo la nostra riflessione.
Dio, dove sei? La risposta a questa
domanda rischia di essere terribile; del resto l’aveva già anticipata
Nietzsche: Dio è morto, e noi l’abbiamo ucciso.
La
Bibbia rovescia una tale domanda: «Dove sei?» è piuttosto ciò che Dio chiede
all’uomo nel giardino (cf. Gen 3,9). La vera domanda che la Bibbia ci propone è così
quella sulla nostra identità. Chi siamo noi? La risposta dell’uomo alla domanda
di Dio è tragica: «Ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto» (Gen 3,10). L’essere umano si scopre improvvisamente
fragile, debole, impotente. Sperimenta che, nel momento in cui ha preteso di
porsi lui stesso come “dio” («Sarete come Dio», cf. Gen 3,5), tutto crolla: crolla il rapporto con l’altro (ed
ecco le foglie di fico per nascondersi), si rompe il rapporto con la terra
(«spine e cardi produrrà per te»), si apre il cerchio della violenza, e il
fratello uccide il fratello (Gen 4); la terra si corrompe e viene sommersa dal diluvio.
«Ho
avuto paura». L’essere umano inizia a concepire Dio come un giudice terribile,
pronto a punire la minima trasgressione; non lo coglie più come quella presenza
amica che passeggia nel giardino alla brezza del giorno (Gen 3,8). «Dove sei?». Che ne è, uomo, di te? Che ne è del
tuo delirio di onnipotenza e della tua illusione di poter realizzare tutto con
le tue sole forze?
|
| << Inizio < Pros. 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Prec. > Fine >>
| Risultati 111 - 120 di 888 |
|
|
Abbiamo 2 visitatori online |
|
|